
“La lingua della verità. La letteratura in romanesco da Belli ai giorni nostri”

Il giorno 18 gennaio 2023 alle ore 17.00 la Biblioteca Aldo Fabrizi di Roma ospiterà un incontro dedicato al dialetto romanesco e ai suoi poeti a cura del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli. Sarà presente Giulio Vaccaro che parlerà di Smorfie, stuzzichini, storie e leggende romane di Giggi Zanazzo, interverrà Maurizio Mosetti.
Ingresso libero.
21 novembre 2022 ore 10:30, Biblioteca Vaccheria Nardi
Il convegno, organizzato dal Centro Studi Gioachino Belli in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Studi Romani, ha l’obiettivo di analizzare – alla luce dei moderni strumenti critici, linguistici e filologici – il rapporto tra Pier Paolo Pasolini e Roma, in particolare nel rapporto con il dialetto. Quest’ultimo rappresenta un elemento strutturale all’interno della produzione pasoliniana, sia nei romanzi e abbozzi, sia per ciò che riguarda la produzione saggistica e cinematografica. Gli interventi spaziano così dalla saggistica alla poesia, dalle sceneggiature agli epistolari, contribuendo a ridefinire un quadro a tutto tondo e lontano dall’oleografismo.
PROGRAMMA Prima Parte: “Pasolini e Roma, Roma in Pasolini” (ore 10,30). Moderatore: Marcello Teodonio
PROGRAMMA Seconda Parte: “Pasolini, il romanesco, i dialetti” (ore 15,00). Moderatore: Laura Biancini
Dal 19/10/2022 ore 11.00 al 20/10/2022 ore 17.00
Cnr-Isem, sede di Roma
presso l’INSR, Piazza dei cavalieri di Malta, 2
Nei giorni mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre 2022 si terrà il Convegno di Studi Il fascismo, i dialetti, l’italiano, promosso dall’Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isem), in collaborazione con il Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli e l’Istituto Nazionale di Studi Romani.
Nel centesimo anniversario della Marcia su Roma, il Convegno si propone di riflettere sulle politiche del ventennio in relazione alla lingua italiana ed ai dialetti, con particolare riferimento a quattro aree tematiche, che saranno oggetto di altrettante sessioni: La politica linguistica del fascismo (presiedono Marcello Teodonio e Davide Pettinicchio), La politica scolastica del fascismo (presiede Emiliano Picchiorri), Il fascismo e l’Istituto di Studi Romani (presiede Antonio Marchetta) e La letteratura dialettale e le lingue di minoranza durante il fascismo (presiede Gaetano Sabatini, direttore del Cnr-Isem).
Noto è il dibattito animato da Giuseppe Bottai tra il 1934 ed il 1935 sulla rivista «Critica fascista», inteso a definire il rapporto tra la Rivoluzione Fascista e la lingua del Bel Paese, e le influenze esercitate dal nuovo regime sulle trasformazioni nell’uso dell’italiano. Sorge dunque l’urgenza di riflettere sul senso e sui fini della politica linguistica fascista: tensione all’innovazione o spalla autoritaria agli indirizzi conservatori e neopuristici già diffusi? Si aggiunga che il periodo fascista si aprì con la più importante e duratura riforma della scuola nello Stato italiano, quella promossa da Giovanni Gentile: appare dunque parimenti fruttuosa una riflessione scientifica sul modello linguistico adottato durante il Ventennio nelle scuole italiane, sul ruolo della ‘prosa fascista’ nei manuali scolastici dell’epoca e sulle forme che assunse nelle istituzioni educative la tentata eradicazione dei dialetti, che erano di uso abituale per i quattro quinti della popolazione e quasi esclusivo per i due terzi degli italiani. Peraltro, se l’avversione fascista per l’uso dei dialetti è nota, più complesso risultò il rapporto con la letteratura dialettale, strumento tanto di esaltazione del regime quanto di opposizione ad esso.
Il Convegno, curato da Cosimo Burgassi, Davide Pettinicchio, Emiliano Picchiorri, Laura Ricci, Marcello Teodonio e Giulio Vaccaro, si terrà in presenza – presso la sede di Roma del Cnr-Isem (Piazza dei Cavalieri di Malta, 2) – e da remoto, attraverso la piattaforma Microsoft Teams: https://teams.microsoft.com/l/meetup-join/19%3ameeting_NjNlZTQzM2QtNmMyNy00Y2FkLTk2NzQtMDA0NmQ3MzhkOTYx%40thread.v2/0?context=%7b%22Tid%22%3a%2234c64e9f-d27f-4edd-a1f0-1397f0c84f94%22%2c%22Oid%22%3a%228787e221-3e6e-4e62-86bd-b3a8c3d75efd%22%7d.
Cari amici,
martedì prossimo 26 ottobre si svolgerà la seconda giornata del convegno che dedichiamo a Trilussa, secondo il programma disponibile al seguente link.
Alla fine delle due sessioni ci sarà una lettura di testi di Trilussa da parte di Stefano Messina (la mattina) e Maurizio Mosetti (il pomeriggio).
Il link per connettersi è https://bit.ly/2ZoXhZq
Grazie a tutti per l’attenzione con cui seguite le nostre iniziative.
Il Presidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli
Marcello Teodonio
Cari amici,
in occasione del 150° anniversario della nascita di Trilussa, il Centro Studio Giuseppe Gioachino Belli organizza il convegno di studi “La strada è lunga”. Trilussa a 150 anni dalla nascita: l’uomo, il poeta, il narratore, l’intellettuale, il personaggio nelle giornate del 5 e del 26 ottobre 2021.
A causa delle note questioni, si potrà assistere al convegno solo a distanza, in streaming al seguente indirizzo: https://bit.ly/2ZoXhZq
Grazie a tutti dell’attenzione, e a presto incontrarci
Il Presidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli
Marcello Teodonio
INFORMAZIONE PER I DOCENTI
La partecipazione al convegno sarà utile come formazione per i docenti per un totale di ore 8 per la prima sessione, e di ore 8 per la seconda sessione. Sarà rilasciato attestato di frequenza valido per gli usi consentiti. Si invitano i docenti a comunicare la loro presenza e a fornire l’elenco degli studenti partecipanti (e a verificarne le presenze durante gli incontri) all’indirizzo: centrostudiggbelli@gmail.com
Anche per gli studenti sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
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Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli
Istituto Nazionale di Studi Romani
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
CLICI Università di Roma “Tor Vergata”
Accademia dell’Arcadia
Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea-CNR
CONVEGNO DI STUDI
“La strada è lunga”.
Trilussa a 150 anni dalla nascita: l’uomo, il poeta, il narratore, l’intellettuale, il personaggio
Erano passati dieci anni dall’Unità d’Italia, otto dalla morte di Belli, e soltanto uno dal 20 settembre, quando nacque quello che sarebbe diventato l’assoluto protagonista della poesia in romanesco della prima metà del Novecento, Carlo Alberto Salustri, il quale userà come nome d’arte l’anagramma del proprio cognome. Trilussa nacque da padre nativo di Albano e madre bolognese: è dunque l’espressione di quella enorme trasformazione che Roma stava subendo in quello scorcio di secolo, da piccola capitale di un regno universale sopravvissuta a sé stessa a grande città moderna capitale di un giovane stato. La sua vocazione alla poesia è precocissima sì che già a venti anni diventa non solo il più popolare poeta romano, noto e stracitato anche fuori le mura della ex città santa, ma anche uno dei punti di riferimento di tutti gli scrittori che intanto si andavano affacciando a Roma, per tentare di conquistarla o per esserne conquistati (D’Annunzio), magari per poi prenderne le distanze. Questo ruolo gli venne riconosciuto quasi malgrado lui stesso, ma al tempo stesso egli non fece nulla per toglierselo di dosso: anzi alcune sue abitudini esistenziali (le notti e le osterie, la mancanza di un lavoro stabile, la mai smentita scelta per una vita da scapolo) ne facevano una specie di bohémien sopravvissuto, che peraltro viveva la propria scelta non con l’ostentato sogno alternativo dei poeti maledetti, ma con il disincanto tutto romano di chi vede la propria e altrui esistenza dall’alto di una saggezza superiore. In realtà Trilussa volge il suo sguardo distaccato su tutto, e non c’è individuo (i potenti, i “bottegari”, il popolo, i preti, e lui stesso) o valore (la giustizia e la fratellanza, il progresso e la libertà) che scampi al suo scetticismo che si elabora grazie alla sua notevole perizia di usare il comico nelle più varie sfumature, dal farsesco all’umoristico, dal ridicolo al satirico, andando a scoprire e pungere i difetti che caratterizzano l’uomo di ogni tempo. Due valori però rimangono costantemente praticati e mai irrisi: la condanna della guerra, vero «macello» la cui prima e vera vittima rimane il popolo innocente, e l’esercizio della memoria, operazione peraltro malinconica e non consolatoria, giacché non riscatta ma semmai rende ancor più lontano il presente. E visto che neanche l’aldilà offre prospettive, si coglie quanta desolazione e quanto pirandelliano umorismo ci sia in queste poesie che parlano di animali, di una città tutta interiore, di un’umanità piccola o piccolissima schiacciata inesorabilmente dalla storia: «La strada è lunga, ma er deppiù l’ho fatto: / so dov’arrivo e nun me pijjo pena» (La strada mia).
Il percorso che Trilussa compie (e fa compiere alla poesia in dialetto) va dagli epigoni belliani, Ferretti e Zanazzo, alla cifra “ermetica” e simbolista di dell’Arco, mentre intanto la poesia in lingua da Carducci giungeva a Montale e Caproni attraverso Gozzano e Ungaretti. Che ne fosse consapevole o no, Trilussa trasforma lo statuto della lingua poetica dialettale in una prospettiva molto lontana da quella praticata dal coetaneo e “ottocentesco” Pascarella: la turgida parola romanesca, la “serciata” di Belli, così stancamente imitata dagli epigoni, subiva un processo che la allontanava sempre più dalla dialettalità bassa e la collocava dentro le coordinate della lirica d’arte novecentesca.
Descrizione del convegno
In occasione del 150° anniversario della nascita del celebre poeta romano Carlo Alberto Salustri (26 ottobre 1871- 20 dicembre 1950) meglio conosciuto come Trilussa, il Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli organizza un convegno di studi in due giornate per ricordare la figura dell’illustre concittadino romano per rendere omaggio alla sua memoria e ricordare quanto sia ancora attuale la sua opera poetica e letteraria.
Le due giornate, da tenersi nel mese di ottobre 2021, sono organizzate in collaborazione con l’Istituto Nazionale Studi Romani, l’Università di Tor Vergata e l’Accademia dell’Arcadia.
La prima giornata del convegno sarà dedicata all’Archivio Trilussa di cui il Museo di Roma in Trastevere possiede la parte più consistente, circa 10.000 documenti tra fotografie, cartoline, lettere, telegrammi, disegni e una corrispondenza di tipo amministrativo come contratti, fatture ed altro. Altre parti significative dell’Archivio Trilussa sono conservate presso l’Istituto Nazionale degli Studi Romani, a Milano presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, a Bologna presso l’Archivio del regista Alessandro Blasetti, e a Roma presso l’Accademia dei Lincei, e al fondo Ceccarius della Biblioteca Nazionale Centrale. L’intento della sessione è quello di ricomporre idealmente, nella sua interezza, tutto l’Archivio Trilussa attraverso gli interventi dei responsabili delle varie istituzioni, pubbliche e private, che ne conservano i materiali al fine di ottenere una inedita visione d’insieme tra la corrispondenza ricevuta e inviata dal poeta.
Nella seconda giornata saranno approfonditi gli aspetti relativi all’uomo e al poeta Trilussa all’interno del contesto storico nazionale e internazionale, affidando i contributi a docenti universitari, critici letterari, saggisti, storici, che sono oggi i massimi studiosi del poeta.
CENTRO STUDI GIUSEPPE GIOACHINO BELLI
16 dicembre 2020 – ore 15.00
(incontro a distanza su piattaforma Zoom)
Presiede Luca Serianni
Saluto di Letizia Lanzetta – Direttore dell’Istituto Nazionale di Studi Romani
Saluto di Laura Biancini – Vicepresidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli
Interventi
Loredana Massaro – Le cose
Davide Pettinicchio – La gente
Giulio Vaccaro – Libro N. 9
Marcello Teodonio – Giove e le bestie
Claudio Costa – Libro muto
Franco Onorati – Acqua e vino – con un contributo di Luigi Giuliani
Il convegno si potrà seguire su piattaforma zoom al seguente indirizzo: https://us02web.zoom.us/j/86448943601?pwd=UzR2cXcrbHNmbkU2MTZvRURocDZRdz09
Cari amici,
in occasione dell’uscita dell’Epistolario (1814-1837) di Belli, a cura di Davide Pettinicchio (Macerata, Quodlibet, 2019), il Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli propone un convegno di studi articolato in tre incontri dedicati alle lettere belliane e alle prospettive di ricerca aperte dalla scrittura epistolare ottocentesca.
Il primo incontro si svolgerà mercoledì 27 novembre alle ore 17 presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Gli altri due si terranno al teatro Argentina il 21 gennaio e il 20 febbraio 2020.
Vi aspettiamo!
Il Presidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli
prof. Marcello Teodonio
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Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Teatro Argentina
CONVEGNO DI STUDI
“Mio caro Checco, ti scrivo ma non so quello che ti dirò”
L’epistolario di Giuseppe Gioachino Belli
27 novembre 2019
ore 17-19
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
21 gennaio 2020
ore 17
Teatro Argentina
18 febbraio 2020
ore 17
Teatro Argentina
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Scheda del volume
– 1300 pagine;
– 597 lettere di Belli, di cui 150 completamente inedite;
– le lettere sono presentate in edizione critica;
– sono riportate anche, in forma completa o parziale, circa 500 lettere dei circa 100 corrispondenti;
– di tutte queste lettere, di Belli e dei suoi corrispondenti, si è lavorato sugli originali;
– il lavoro di ricerca si è svolto a Roma (Biblioteca Nazionale Centrale; Archivio Storico della Banca Unicredit; Archivio di Stato; Biblioteca Apostolica Vaticana; Biblioteca Museo Teatrale Siae), Bologna (Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio), Firenze (Biblioteca Nazionale Centrale), Forlì (Biblioteca Comunale Aurelio Saffi), Fano (Biblioteca Federiciana), Fossombrone (Biblioteca Civica Passionei), Pesaro (Biblioteca Oliveriana), Macerata (Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti), Spoleto (Archivio di Stato);
– è stato inoltre possibile visionare i documenti custoditi negli archivi privati degli eredi di Belli, di Amalia Bettini e di Antonio Lazzarini.
Cari amici,
il nostro Centro Studi ha organizzato (con la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea) un convegno di studi dedicato ad analizzare le vicende della Repubblica Romana del 1849 (di cui quest’anno si celebra il 170esimo anniversario) da un punto di vista particolare, e cioè di come quelle vicende siano state rappresentate dal dialetto nei romanzi, nella poesia, nei documenti dell’epoca (i giornali). Un’attenzione specifica sarà poi ovviamente riservata a Belli, che di quei momenti è testimone attento.
Vi aspettiamo!
Marcello Teodonio
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CONVEGNO DI STUDI
La Repubblica Romana del 1849
nella letteratura e nelle cronache in lingua e in dialetto
30 maggio 2019 – ore 16
Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea
via Michelangelo Caetani 32
Saluto di Patrizia Rusciani
Direttrice della biblioteca di storia moderna e contemporanea
Coordina Rosanna De Longis
1. Davide Pettinicchio, «Prospetto di universali miserie, raccapriccio d’illegali supplizî». Belli e la Repubblica del Quarantanove.
2. Emiliano Picchiorri – Giulio Vaccaro, I giornali della Repubblica Romana: una fonte per lo studio del dialetto
3. Valeria Tavazzi, «Il voto del popolo incarnato»: Ciceruacchio nella letteratura intorno alla Repubblica Romana
4. Kevin De Vecchis, Ciceruacchio. La fortuna linguistica e letteraria di un soprannome
5. Antonietta Angelica Zucconi, Gli autori della “Revue des deux mondes” e la Repubblica Romana
6. Marcello Teodonio, “Manifesti, arme, bandiere, / gente pe strada che s’abbraccicava”. La Repubblica Romana nella poesia romanesca
Conclusioni: Giuseppe Monsagrati
CONVEGNO DI STUDI
“Una vita unicamente dedicata alla scrittura”
Padre Pietro Pirri e La Battaglia del Pian Perduto
10 maggio 2019 – ore 9,00
Archivio Storico Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
Via degli Astalli 16, 00186 Roma
In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Padre Pirri, il Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli si fa promotore con altri enti e istituti (Archivio Storico Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù, Archivum Romanum Societatis Iesu, BIM Cascia, CEDRAV, Comune di Cerreto di Spoleto, il formichiere) di un convegno a lui dedicato, come da locandina allegata.
Padre Pietro Pirri (1881-1969) è stato uno studioso gesuita che si è interessato a molti argomenti, sia sulla Compagnia che su altri ambiti: architettura gesuitica, massoneria, Storia della Compagnia di Gesù, rapporti Stato-Chiesa nell’Ottocento, in particolare sulla Questione romana, arte minore umbra, ecc… Tra le sue varie pubblicazioni figura anche la curatela alla prima edizione in stampa della Battaglia del Pian Perduto, poemetto in ottave in dialetto umbro-marchigiano su uno scontro armato tra Norcini e Vissani avvenuto il 20 luglio 1522, un’opera datata tra fine Settecento e inizi Ottocento, che nel corso del convegno verrà presentato in una nuova edizione critica con l’apporto di vari studiosi e il coordinamento del nostro socio Elio Di Michele.
CSGGB 2019 – Convegno Padre Pirri – 10 maggio